L’Acquedotto di Camporosso, denominato anche
“CONSORZIO ACQUA POTABILE DI CAMPOROSSO – WASSERLEITUNG SAIFNITZ”
appartiene alla storia millenaria della Foresta di Tarvisio che inizia proprio nell’anno 1007, con la sua cessione da parte dell’Imperatore di Germania al Vescovado di Bamberga.
Il principato ecclesiastico dura ben sette secoli e mezzo sino al 1759 quando i territori, in cui l’acquedotto attingeva le risorse idriche, venne acquistata dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria.
Durante tale periodo vennero costituiti diversi diritti, tra i quali si annoverano i diritti di servitù di legnatico,veri e propri diritti reali, privilegi dei proprietari dei fabbricati, a peso della Foresta di Tarvisio; concessioni per malghe, pascoli ed altro, al fine di contribuire alla sussistenza degli allora residenti.
Agli inizi del 1900, gli abitanti del Comune di Camporosso – accorpato a quello di Tarvisio nel 1919 – si associarono per ristrutturare, a proprie spese, l’impianto che in gran parte è stato conservato fino ai giorni nostri.
Il diritto gratuito del prelievo idrico a favore dell’acquedotto, in località Prati Folz, a valle della Malga del Monte Lussari, nel bacino imbrifero del Rio Lussari, venne conservato fino al 2007, anno in cui si inaugurava il nuovo tecnologico impianto proveniente dalla “Sorgente Pellarini” nella Val Saisera in sponda destra dell’omonimo torrente, in territorio censuario di Camporosso,progettato dall’ing. Angelo Lodolo di Udine, grande esperto in materia idraulica.
La costruzione del nuovo acquedotto è conseguenza delle perforazioni eseguite nel 1995 per la realizzazione della galleria per il raddoppio della linea ferroviaria “Pontebbana”.
I proventi derivanti dall’indennizzo sono stati determinanti al finanziamento delle opere che, con un progetto lungimirante, ha accoppiato all’acquedotto un impianto per la produzione di energia elettrica e lo pone come tra i più interessanti realizzati in questi ultimi dieci anni.
Per cui si può serenamente affermare che la lungimiranza della autogestione dell’acqua ha anticipato di oltre 200 anni gli attuali indirizzi legislativi, in quanto l’Acquedotto di Camporosso è stato realizzato, conservato e gestito senza l’ausilio di finanziamenti pubblici.
Le caratteristiche oligominerali dell’acqua distribuita ed il suo costante controllo consente di portare quotidianamente sulla tavola dei consumatori un elemento indispensabile al sostentamento e al nutrimento di elevata qualità a bassissimi costi.